Emergenze Creative edizione 2023

XIV edizione a cura di Silvia Cirelli

3 GIORNI • 3 VIDEO • 17-18-19 MAGGIO 2023

Un evento che da anni affianca la manifestazione Fare i conti con l’Ambiente è la rassegna d’arte Emergenze Creative, curata da Silvia Cirelli, un progetto composito che sottolinea quanto l’ambiente sia un tema sempre molto sentito nell’ambito dell’arte contemporanea internazionale.

Per questa nuova edizione, la XIV, Emergenze Creative ritorna con un focus sulla videoarte, un percorso multimediale volto a far conoscere al pubblico il punto di vista di alcuni noti artisti internazionali che hanno affrontato attraverso il video, le urgenti tematiche ambientali. A cadenza quotidiana sarà svelato un nuovo video nella piattaforma online, per un totale di tre proposte, così come i tre giorni della manifestazione

Video 1 – Paradoja Manta Manaos

MARIA ROSA JIJON
Paradoja Manta Manaos • video HD, colore, suono, 5’52” • 2011 • Courtesy dell’artista

Il video Paradoja Manta Manaos di Maria Rosa Jijon (Ecuador), presentato anche alla Biennale di Venezia del 2011 nel Padiglione dell’America Latina, fa luce sul megaprogetto Manta Manaos, un percorso alternativo al canale di Panama, che avrebbe dovuto collegare l’Oceano Pacifico a quello Atlantico, attraverso la costruzione di un asse Manta (Ecuador) e Manaos (Brasile).
Purtroppo, come spesso accade, questo progetto ha inutilmente portato con sé incalcolabili danni sia da un punto di vista sociale (l’aggressivo stravolgimento per i popoli indigeni) che ambientale, pregiudicando l’inestimabile valore ecologico dell’Amazzonia, una regione vitale, che possiede un’enorme quantità di risorse naturali e che ospita circa il 40% della biodiversità del pianeta, oltre a possedere tra il 15 e il 20% di tutta la riserva mondiale di acqua dolce non congelata.

Girato nell’Amazzonia Ecuadoriana, il video riprende poeticamente il corso del fiume, mentre sullo sfondo si notano i confini di un’antica mappa geografica della zona. Accompagna la visione, una colonna sonora tratta da una cerimonia sciamanica registrata dalla stessa artista e realizzata nel Rio Napo, il fiume ecuadoriano che fa parte di questo asse. A chiusura del video, la dichiarazione della Confederazione dei Popoli Indigeni del Bacino Amazzonico sull’IIRSA, Marzo 2009: Considerando che l’IIRSA è un processo che persegue l’obiettivo di colonizzare ed alienare territori per l’estrazione on sostenibile delle risorse naturali I cui benefici andranno alle oligarchie ed ai consumi delle elite. Denunciamo all’opinione pubblica che i megaprogetti, come l’IIRSA ( gestiti dagli stati), sono responsabili del genocidio dei popoli indigeni, del saccheggio delle foreste, e per questo sarà necessario che si applichi il diritto al consenso libero, previo ed informato così come previsto dalla Convenzione 169 dell’OIL e dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni a fronte dell’applicazione di alcuni progetti o megaprogetti in territorio indigeni.

L’artista è tornata poi su questo stesso argomento con l’opera Más paradójico que nunca ( SOGNO_MAS PARADOJICO QUE NUNCA) in cui risponde a chi si chiede che fine abbia fatto questo megaprogetto. Prendendo spunto da Fitzcarraldo, il film di Herzog, dove si parla del conquistatore dell’inutile (di rimando ai governi della regione), Maria Rosa Jijon denuncia il paradosso che si cela dietro alla maggior parte di questi megaprogetti, progetti che, come si scopre da questa seconda opera video, spesso hanno un assurdo epilogo.

Video 2 – The upcoming Polar Silk Road

ELENA MAZZI
The upcoming Polar Silk Road • video HD, colore, suono, 9’45” • 2021
Courtesy dell’artista e Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina
Opera selezionata dall’avviso pubblico “Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere” – Sezione Over 35 (MAECI-DGSP/MiC-DGCC, 2020)

The upcoming Polar Silk Road analizza il complesso intreccio tra economia, geopolitica, ecologia e mobilità all’interno delle regioni artiche maggiormente interessate dalle trasformazioni infrastrutturali e politiche legate alla Via Polare della Seta, con particolare attenzione all’Islanda. Questo asse, che connetterà Europa, Russia e Cina, si svilupperà in quanto “rotta del nord” alternativa rispetto a quelle marittime tradizionali, sfruttando il sottosuolo dei mari artici, che contengono il 20% delle risorse globali pianeta, tra cui petrolio, gas, uranio, oro, platino e zinco.


L’opera consta di un video che documenta una serie di luoghi cardine di questa transizione, come ad esempio l’eventuale nuovo porto di Finnafjörður, nel nord-est dell’Islanda, e il vicino Istituto CIAO, il nuovo osservatorio meteorologico-astronomico fondato per cementare l’accordo tra Cina e Islanda, paesi oggi protagonisti nel processo di definizione della nuova rotta commerciale nell’Artico. Il video si articola attraverso una serie di interviste a figure che hanno contribuito alla progettazione di tali luoghi, fra cui politici locali, ricercatori, pescatori e allevatori. Le interviste sono state rimodellate in un testo che accompagna le immagini, aggiungendo un ulteriore livello di lettura a metà tra finzione e realtà.

Video 3 – Early one morning with time to waste

MICHAEL FLIRI
Early one morning with time to waste – video HD, colore, suono, 5’20” • 2007
Courtesy dell’artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano

Da sempre l’artista Michael Fliri ci ha abituati alla consapevolezza di poter affrontare temi delicati con un’ironia pungente e provocatoria, caratterizzata da un’impronta eccentrica, dove l’azione di spinge oltre il confine dell’immaginabile. L’ironia sembra essere la corazza per un universo complesso e ostile, fatto di tristi verità. Il video Early one morning with time to waste si posiziona esattamente in questo filone espressivo. Lo stesso artista si trova in mare aperto, completamente solo. Ostacolato da correnti avverse, cerca di controllare una barca realizzata interamente da bottiglie di plastica, per l’esattezza 5.000 bottiglie.

Non è chiaro chi stia controllando cosa, se sia quindi Fliri (allegoria dell’uomo in generale) che sta cercando di domare il frutto della propria indifferenza ecologica (la barca di plastica) o se è invece la stessa barca, in quanto intrusa artificiale, che vuole farsi spazio nella natura incontaminata (il mare aperto), per arrivare nel suo porto sicuro, “un’isola di plastica”. Un’isola che tanto utopica non è, perché l’enorme spreco di plastica del genere umano e il reale inquinamento nelle acque di tutto il mondo è purtroppo una verità che siamo costretti ad affrontare.

Chiude il video il simbolico lancio del fumogeno di soccorso, un’ulteriore tentativo di lanciare un allarme urgente, un allarme che purtroppo rimane ancora una volta inascoltato, perché Michael Fliri si ritrova infatti solo e scompare fra i fumi. Ma anche nel “mancato salvataggio” un accenno di speranza rimane, perché l’ancora lanciata in acqua dall’artista sembra saldarsi al suolo. Forse allora, non è ancora troppo tardi.

Fare i conti con l'Ambiente
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